L'uomo e le caratteristiche geografiche hanno dato un’impronta diversa ad ogni isola. Filicudi ed Alicudi sono un “rifugio antistress” dall’ambiente incontaminato. Panarea è l’isola alla moda, meta di un turismo d’élite. Stromboli e Vulcano, aspre e selvagge, attirano un turismo giovanile un po’ bohémien. Salina, la verde, con le sue montagne gemelle, per la sua tranquillità è la prediletta da tante famiglie con bambini. Lipari, l’isola maggiore e più abitata, sede del Comune da cui dipendono tutte le altre isole (esclusa Salina), offre, a chi ha esigenze di comfort e di ampi spazi, tutti i servizi, compresi un ospedale attrezzato e un porto riparato.
Eolo, il Signore dei Venti
Le Eolie devono il loro nome ad Eolo, signore dei venti, che qui, secondo Omero, aveva il suo regno. Isole piene di sorprese e di contrasti. Chi oggi vi si avvicina non può fare a meno di essere sopraffatto dalla magnificenza del paesaggio e di essere invogliato ad esplorarlo. Nel corso dei millenni, le eruzioni le hanno più volte modificate nelle dimensioni e nell’aspetto. Le coste ed i fondali sono stupefacenti ma anche l’interno delle isole è ricco di fascino: imponenti vulcani sempre attivi, bizzarre formazioni rocciose, fitta vegetazione a Salina, villaggi preistorici a Lipari, Panarea e Filicudi e i tesori archeologici, che il mare ha restituito e sono gelosamente conservati nel Museo Archeologico di Lipari.
Un popolo di agricoltori
L’architettura delle Isole, escludendo i tanti ritrovamenti archeologici, le Chiese, il complesso monumentale del Castello, e le case, prevalentemente dei centri abitati, è formata da costruzioni rurali, finalizzate all’attività agricola che un tempo costituivano l’attività economica primaria delle isole.
La cucina eoliana
La principale caratteristica della cucina eoliana è l'uso costante e sapiente delle erbe odorose che riempiono ogni piatto di fragranza, di nascoste sensazioni, di umbratili umori: il rosmarino, l'origano, il basilico, l'aglio, la nepitella, la menta uniti alla scorza dei verdelli, ai pomodorini "a pennula" ed, ovviamente, al cappero. Protagonista di ogni tavola è il pesce, semplicemente arrostito e condito con un filino d'olio ed un goccio di limone o farcito con pomodoro, basilico, aglio, capperi ed un po' di mollica ammollata. Comprimari i totani e le aragoste. I dolci sono anche simbolo di festa: a carnevale i "gigi", per San Giuseppe le "vastidduzze" con uva passa e mandorle, per Natale gli "spicchiteddi" di vino cotto. Infine, il liquore di limone e la malvasia, "nettare degli dei", prima e dopo i pasti, insieme ai biscottini al sesamo. Le ricette che riportiamo, non sono solo di cucina tradizionale e non potrebbero esserlo, sia per la storia delle isole ed il loro ripopolamento, sia per lo sviluppo degli ultimi anni, che ha influenzato gli usi culinari. È un misto di cucina tipica e cucina rivisitata, rispettosa però della tradizione.
TI CONSIGLIAMO QUESTO ITINERARIO